domenica 10 maggio 2020

Festa post-femminista della madre.

Buona festa della madre! Ma cos'è essere madre oggi? Il materno è empatia e accoglienza. Allora può appartenere anche agli uomini, anzi sarebbe auspicabile che lo divenisse sempre più. Perché dico questo? Lo dico perché è ora di accorgersi che viviamo in una sorta di "apartheid del sesso" come spiega brillantemente un bellissimo testo del 1995 (ben 25 anni fa!) di Martine Rothblatt. La domanda di base è: perché una divisione puramente biologica tra i due sessi (che non sono solo 2 visto che il 4% della popolazione umana è intersessuata) lo è poi anche a livello economico e sociale? Con tutte le conseguenze del caso? Stipendi femminili più bassi, ruoli lavorativi apicali occupati prevalentemente dagli uomini?
E' purtroppo e come sempre, come nell'apartheid basato sul colore della pelle, una questione di potere. E come questo è distruttivo, doloroso e oppressivo. Le donne sono così una categoria oppressa fin dall'antichità. Margaret Mead, la famosa antropologa, nel 1949 nel saggio Maschio e femmina, scrive che la creazione di aspettative artificiali per ciascun sesso ha come effetto di "limitare l'umanità dell'altro sesso". L'approccio "maschile" al mondo (depauperamento degli habitat naturali, produzione intensiva, sfruttamento del suolo, etc. etc.) sta portando Madre Terra alla distruzione, vogliamo continuare così? Le nuove generazioni se ne sono accorte (v. Friday For Future, dove ambientalismo e post-femminismo vanno a braccetto) e il mio auspicio è che la prossima Festa della Madre lo sia davvero e lo sia soprattutto per Madre Terra, a cui dobbiamo tutti, maschi-femmine-trans-intersex e quant'altro, la nostra esistenza.

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